UNA VOCE DALL’ESERCITO: INTERVISTA-COMMENTO ALLA CIRCOLARE DEL 9 MARZO 2022 DELLO STATO MAGGIORE DELL’ESERCITO

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UNA VOCE DALL’ESERCITO: INTERVISTA-COMMENTO ALLA CIRCOLARE DEL 9 MARZO 2022 DELLO STATO MAGGIORE DELL’ESERCITO


Dopo la pubblicazione della circolare dello Stato Maggiore dell’Esercito sulle maggiori testate giornalistiche passando dai siti web fino alle testate minori, sono state divulgate informazioni allarmistiche su un presunto “Stato di Mobilitazione delle Truppe”.

Visto il momento storico che stiamo attraversando, e con la curiosità di chi cerca di saperne di più e di capire come davvero stanno vivendo queste ore i nostri ragazzi in servizio nell’Esercito Italiano, mi sono rivolta ad un mio caro ex compagno di scuola, che la guerra l’ha vissuta davvero in Afghanistan, da giovane militare dell’Esercito in Ferma Breve Volontaria.

Oggi, dall’interno della Forza Armata, in qualità di Maresciallo dell’E.I., queste sono le sue parole:

Domanda: Nella circolare alla lettera A dedicata al Personale, al punto 3 si legge “Tutte le Unità in prontezza devono essere alimentate al 100% con personale ready to move, senza vincoli di impiego operativo ( p.es. L. 104, 42 bis dlgs 151/2001 etc.), anche ricorrendo all’istituto del Comando. Tale linea di azione rappresenta una priorità.”

Che vuole dire “Unità in prontezza”?:

Risposta: Nell’Esercito ci sono Reparti, Divisioni, Brigate ciascuna di queste Brigate ha uno scopo. In realtà questa nota ( dello SME) non è niente di diverso da quello che, andando nel piccolo, fa un reparto operativo come può essere quello dei Paracadutisti, dei Bersaglieri, o degli Alpini.

Praticamente sino ad oggi l’addestramento era in un contesto di guerra asimmetrica ovvero di forze regolare contri forze irregolari, insomma contro personale non addestrato militarmente, tipo in Afghanistan.

Adesso questa circolare non fa altro che focalizzare l’attenzione su un addestramento più incentrato sul warfighting ovvero truppe regolari contro truppe regolari, cose comunque sempre fatte da tutti i reparti operativi nell’ambito del programma di addestramento annuale.

Domanda: Allora che vuole dire senza vincoli di impiego operativo?

Risposta: È un sottinteso, noi abbiamo sempre l’obbligo di pronti a partire. Poi nell’Esercito ci sono dei reparti che a rotazione annuale/semestrale sono già taskati.

Domanda: Che vuole dire già Taskati?

Risposta: Pronti a partire: nel caso debba succedere qualsiasi cosa sono pronti ad un’imminente partenza.

Il civile se legge una circolare del genere si spaventa, ma nella vita di ogni militare, voglio dire nell’arco della sua vita questa è la normalità. Ci sono reparti già pronti per partire.

Ad esempio quanto l’Italia è intervenuta nel conflitto libico, già alcuni reparti erano stati preallertati per un intervento immediato di costruzione di un ospedale militare a Misursta. Alla chiamata del Governo dovevamo intervenire in tempo zero, si è costituito un contingente pronto a partire ma composto da personale che era già preparato, almeno 6 mesi prima, quindi taskato per questi teatri operativi. Ciò significa che era stato completato il ciclo vaccinale, la valutazione militare etc…perchè è tutto già programmato.

Bisogna stare tranquilli non c’è niente di diverso rispetto al normale lavoro che l’Esercito ha sempre fatto, davvero non comprendo perché e come sia arrivata questa circolare a canali non interni all’Amministrazione della Difesa: affronta aspetti molto tecnici che per un civile sono difficili da comprendere e facili da fraintendere.

Domanda: Mi vuoi dire che il momento è delicato, ma sono stati attribuiti significati ultronei a questa nota?

Dobbiamo dare una versione corretta al personale e meno allarmistica, perché le cose non stanno come ci vengono proposte.

Per esempio una cosa che molti non sanno è che hanno fatto recentemente un’intervista ad un reparto che si sta addestrando in Lettonia. Ora il pensiero comune è “Oddio sono andati ad addestrarsi in Lettonia perché c’è la guerra, si stanno preparando!”, ma in realtà questi sono addestramenti di routine che l’Esercito fa ciclicamente in combine con Nato e altre Forze, programmati e stipulati almeno 1 anno prima. Infatti devono essere stanzianti i soldi per la gestione, spostamenti, mezzi, gli addestramenti fuori sede e fuori contesto nazionale, quindi in contesto internazionale con Forze Internazionali vanno in gergo tecnico “schedulati” almeno un anno prima; non si fanno dall’oggi al domani.

Non si parte per fare un addestramento con le forze lettoni dal giorno alla notte “perchè stanno facendo la guerra”, in realtà era tutto programmato e autorizzato da tempo.

Domanda: Ma queste forze sono ancora lì che tu sappia?

Risposta: Onestamente non lo so, ma posso dirti che se queste forze sono ancora lì è perché ci sono i fondi stanziati e c’è un perché a monte.

In questo caso c’era già un addestramento programmato; se poi durante l’addestramento viene chiesto di fare anche “sicurezza di confine” in aggiunta, non significa che queste forze “si stanno addestrando a combattere contro i Russi”.

Semplicemente si stanno addestrando a combattere come tutte le Forze Armate: si addestrano a combattere, perché siamo Forze Armate, altrimenti andavamo a lavorare alle Poste.


Grazie a te caro amico, e a tutti i nostri ragazzi in servizio.


Circolare SME 9 – Marzo 2022

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Arezzo – 17 Marzo 2021

Avv. Chiara Chessa

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