SCATTI STIPENDIALI PER INFERMITÀ ANCHE SE IL DECRETO INTERVIENE DOPO IL CONGEDO

SCATTI STIPENDIALI PER INFERMITÀ ANCHE SE IL DECRETO INTERVIENE DOPO IL CONGEDO
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ARTICOLO 1801 COM: SCATTI STIPENDIALI PER INFERMITÀ ANCHE SE IL DECRETO INTERVIENE DOPO IL CONGEDO


QUESTO ARTICOLO RIGUARDA TUTTO IL PERSONALE DEL COMPARTO

corpo firestadele dello StatoC.F.S.
carabinieriC.C.
guardia di finanzaG.D.F.
Esercito italianoE.I.
Marina militareM.M.
Aeronautica militareA.M.
Polizia di StatoP.S.
Polizia PenitenziariaP.P.

L’art. 1801 del D. Lgs 66-2010 e la sua declaratoria di incostituzionalità parziale ad opera della sentenza n. 13/2024 della Corte Costituzionale

Sgomberando il campo da orientamenti giurisprudenziali contrastanti e facendo finalmente chiarezza la Corte Costituzionale con la sentenza n. 13/2024 ha dichiarato costituzionalmente illegittimo, in via parziale, l’art. 1801 del D. Lgs 66 del 2010 (C.O.M.) nella parte in cui subordinava il riconoscimento dei benefici stipendiali al fatto che il riconoscimento della dipendenza da causa di servizio dell’infermità avvenisse “in costanza di rapporto di impiego”.

Si può quindi affermare che tutti gli appartenenti al Comparto che hanno proposto la domanda di riconoscimento della dipendenza da causa di servizio durante il rapporto di impiego, ma l’abbiano ottenuta solo una volta posti in congedo, possono richiedere anche ai fini pensionistici l’applicazione dei benefici di cui all’art 1801 del COM (già previsti dalla normativa ex art. 117 – 120 RD 31.12.1928 n. 3458).

Infatti la sentenza riveste una particolare importanza non solo per gli appartenenti a Esercito, Marina e Aeronautica ma anche per le Forze di Polizia a Ordinamento Civile e Militare, ovvero Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, Carabinieri e Guardia di Finanza a cui l’art. 2159 del D. Lgs 66/2010 estende l’operatività dell’art. 1801 del D. Lgs 66/2010.

Dunque, grazie all’intervento della Corte Costituzionale, anche qualora il decreto di riconoscimento della dipendenza da causa di servizio intervenga dopo il pensionamento, pur avendo proposto la relativa domanda in costanza di servizio, l’interessato ha diritto:

a) all’attribuzione del 2,50% dello stipendio per le infermità di cui alla Tabella A dalla I alla VI categoria;

b) all’attribuzione del 1,25% dello stipendio per le infermità di cui alla Tabella A dalla VII alla VIII categoria.

Ma vediamo nello specifico l’intervento della Corte:

L’art. 1801, nella stesura precedente la pronuncia di incostituzionalità, prevedeva che:

“1. Al personale dell’Esercito italiano, della Marina militare e dell’Aeronautica militare che, in costanza di rapporto di impiego, ha ottenuto il riconoscimento della dipendenza da causa di servizio per infermità ascrivibile a una delle categorie indicate nella tabella A allegata al decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1978, n. 915, compete una sola volta, nel valore massimo, un beneficio stipendiale, non riassorbibile e non rivalutabile, pari al:

a) 2,50 per cento dello stipendio per infermità dalla I alla VI categoria;

b) 1,25 per cento dello stipendio per infermità dalla VII alla VIII categoria.”.

All’esito della declaratoria di illegittimità costituzionale parziale la suddetta norma dispone invece che:

1. Al personale dell’Esercito italiano, della Marina militare e dell’Aeronautica militare che ha ottenuto il riconoscimento della dipendenza da causa di servizio per infermità ascrivibile a una delle categorie indicate nella tabella A allegata al decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1978, n. 915, compete una sola volta, nel valore massimo, un beneficio stipendiale, non riassorbibile e non rivalutabile, pari al:

a) 2,50 per cento dello stipendio per infermità dalla I alla VI categoria;

b) 1,25 per cento dello stipendio per infermità dalla VII alla VIII categoria.”.

In conclusione invitiamo gli interessati a contattare lo studio inviando una mail a chessapensionimilitari@gmail.com per avere una consulenza specifica sulla loro situazione e sui passi da intraprendere per un’adeguata tutela dei loro diritti.


LA SENTENZA

La Sentenza n. 13/2024della Corte Costituzionale

LEGGI


Arezzo – 5 Febbraio 2025

Avv. Eleonora Barbini e Avv. Chiara Chessa

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