17 - 02
2025
ARTICOLO 1801 COM > TUTTI GLI ARTICOLI
QUESTO ARTICOLO RIGUARDA TUTTO IL PERSONALE DEL COMPARTO
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La prima declaratoria di incostituzionalità dell’art. 9 commi 1 e 21 del D.L. 78/2010
Tutti gli appartenenti alle forze di polizia e alle forze armate a cui non sono stati attribuiti gli scatti stipendiali per infermità di cui all’art. 1801 C.O.M. per la vigenza del blocco stipendiale sono interessati dagli effetti della sentenza della Corte Costituzionale N. 207/2024.
Con tale pronuncia la Corte Costituzionale, che in precedenza aveva respinto tutte le censure mosse alla cd. normativa sul blocco stipendiale, chiarisce i confini entro cui il predetto blocco stipendiale è costituzionalmente legittimo.
Infatti con la sentenza pubblicata nella GU n.52 del 27-12-2024 la Corte Costituzionale ha dichiarato “l’illegittimità costituzionale dell’art. 9, commi 1 e 21, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78 (Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica), convertito, con modificazioni, nella legge 30 luglio2010, n. 122, nella parte in cui non esclude dal proprio ambito di applicazione gli scatti per invalidità di servizio di cui all’art. 1801 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 (Codice dell’ordinamento militare)”.
La questione di legittimità costituzionale, nel caso in esame, era stata sollevata in via incidentale dal Consiglio di Stato, sezione II, con ordinanza del 7.3.2019 iscritta al n. 75 del Registro ordinanze 2024.
Il Consiglio di Stato, nel chiedere l’intervento del Giudice delle Leggi, aveva tra l’altro osservato come le norme del blocco stipendiale “sottoponendo allo stesso regime di blocco «la categoria complessiva degli adeguamenti o dei miglioramenti stipendiali, senza alcuna distinzione o deroga» per gli scatti per invalidità di servizio di cui all’art. 1801 cod. ordinamento militare, contrasterebbero, anzitutto, con l’art. 3 Cost., sotto il profilo della ragionevolezza, in quanto detto beneficio, non essendo inteso a migliorare lo stato giuridico ed economico del militare, ma a tutelarne l’integrità fisica, sarebbe incompatibile con la disciplina limitativa degli incrementi retributivi dettata per il triennio.”.
La Corte nella propria pronuncia accoglie in pieno la doglianza del Consiglio di Stato evidenziando come “pur presentando elementi di analogia rispetto agli incrementi della retribuzione, fondamentale e accessoria, investiti dalle misure limitative, gli scatti per invalidità di servizio se ne differenziano sotto il profilo funzionale, rispondendo ad una finalità diversa da quella di miglioramento della posizione giuridica ed economica del lavoratore propria dei primi. L’inclusione del beneficio ex art. 1801 cod. ordinamento militare nel perimetro applicativo del blocco determina, quindi, un’incoerenza teleologica, poiché annette le medesime conseguenze giuridiche a fattispecie eterogenee sul piano finalistico. Come questa Corte ha affermato di recente, l’attribuzione patrimoniale in esame risponde al «principio generale della "compensazione" dell’infermità» ed è volta a ristorare «il sacrificio derivante dall’attività di servizio» (sentenza n. 13 del 2024). […] Alla luce delle esposte considerazioni, il mancato riconoscimento degli scatti per invalidità di servizio maturati nel corso del periodo di "blocco" imposto dal d.l. n. 78 del 2010, come convertito, comporta, per i dipendenti interessati, la perdita, senza possibilità di recupero, di uno specifico strumento di compensazione dell’invalidità subita a causa del servizio svolto. In conclusione, la normativa censurata, non sottraendo al blocco stipendiale dalla stessa imposto un beneficio, quale quello ex art. 1801 cod. ordinamento militare, che, pur aggiungendosi al trattamento economico, non persegue specificamente la finalità di miglioramento patrimoniale propria degli incrementi retributivi, ma risponde ad un’esigenza di tutela indennitaria del lavoratore colpito da invalidità per ragioni di servizio, esibisce una intrinseca irragionevolezza. Deve, pertanto, essere dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’art. 9, commi 1 e 21, del d.l. n. 78 del 2010, come convertito, nella parte in cui non esclude dal proprio ambito di applicazione gli scatti per invalidità di servizio di cui all’art. 1801 cod. ordinamento militare, per violazione dell’art. 3 Cost.”.
Dalla lettura della sentenza si evince dunque che la differente finalità sottesa all’art. 1801 D. Lgs 66/2010, non assimilabile a quella delle norme che disciplinano in via ordinaria gli aumenti retributivi, le promozioni e le progressioni ordinarie di carriera, deve essere valorizzata e deve comportare l’inapplicabilità della disciplina del blocco stipendiale a quegli incrementi che, pur riflettendosi nella retribuzione non perseguono lo scopo di “miglioramento della posizione giuridica ed economica del lavoratore”. Diversamente, infatti risulterebbe leso il principio di uguaglianza sostanziale di cui all’art. 3 della Costituzione.
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Coloro che si trovassero in tale situazione possono contattare lo studio inviando una e-mail a chessapensionimilitari@gmail.com per avere una consulenza specifica sulla loro situazione e sui passi da intraprendere per un’adeguata tutela dei loro diritti.
Arezzo – 17 Febbraio 2025
Avv. Eleonora Barbini e Avv. Chiara Chessa
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